Premetto che avrei voluto dedicarmi alla lettura del libro ad
agosto, ma non ho resistito al richiamo della Luce Sensibile del giovane cantante e scrittore Arteiu Azizian,
auto pubblicato con Youcanprint. Prima di rispondere alla chiamata alla
lettura, ho sbirciato la sua pagina FB: l’espressività dei suoi occhi mi ha
fatto intuire che, dietro la sfilza di mail “editoriali” che ci siamo scambiati
nell’arco di questo mezzo anno, si celava un ragazzo pieno di energia, di
positività e di vitalità.
Ho avuto conferma di ciò già dalle prime pagine del suo libro
di poesie Luce Sensibile: il codice verbale
si alterna simpaticamente con quello iconico, talvolta incontrandosi grazie al
disegno di una penna con orario e data scritti all’interno (una trovata geniale!);
altrettanto sorprendente è l’uso dell’elencazione all’interno di una poesia, ma
fossi stata nell’autore, avrei chiuso ogni parte di elenco col punto e virgola (considerazione
questa che rispecchia solo un’espressione a livello di scrittura dei miei DOC –
disturbi ossessivi compulsivi!)
Le pagine che mi hanno più colpita sono la 17 e la 22: nel
primo caso ho apprezzato molto la poesia sulla famiglia, che, appunto, “DOVREBBE
essere ascolto, potenziamento delle abilità intime in ogni membro; mai
pressione ansiosa con imposizioni di vissuti passati”; la seconda pagina per me
è una riflessione originale e metalinguistica su ciò che uno scrittore ha a
disposizione per illustrare il mondo dentro e fuori di sé.
Ottima la poesia U (T) IL (E) a pagina 29, ma attenti a non
confondere l’utilità con l’utilitarismo: un conto è fare ciò che è utile per
sé, senza danneggiare gli altri, tutt’altro è ottenere un vantaggio per sé a
discapito altrui.
Non concordo del tutto con la prima poesia a pagina 31: non
tutti gli esseri umani sono schizzinosi o choosy.
Per me è il governo italiano a non permettere a tutti i giovani di crearsi un
futuro qui, che sia nella propria città o in un’altra regione. Si veda solo il
caso dei docenti abilitati TFA: sottoposti a un duplice concorso (prove d’accesso
al TFA + concorso), tuttora sono in attesa di un ruolo che spetta loro di DOPPIO
diritto. Eppure nel frattempo si dà il ruolo ai docenti “sotto minaccia” (cfr.
fase 0, fase A-B-C), si concede ai non abilitati di fare il concorso un anno
dopo rispetto a quando l’abbiamo svolto noi a scatola chiusa (dalla serie Ti piace vincere facile?) e potrei
continuare all’infinito, ma non è questo il luogo adatto.
Al contrario, concordo a pieno con la prima poesia a pagina
35: basta manipolazioni e disparità di trattamento, altrimenti ci si tenga pronti
a ricevere la rabbia dell’avere “l’orchestra in testa” (cit. Troisi)
E della poesia a pagina 58, che dire, secondo me l’autore ama
“V per Vendetta”!
Insomma, trovo questo libro frizzante ed energetico.
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